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Calcio e sport equiparati al sistema industriale

L’appello del Presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, e delle sue 60 squadre è stato accolto. Anche lo sport infatti rientra tra i settori produttivi che potranno beneficiare delle misure contenute nel nuovo decreto aiuti. Si tratta, in particolare, di un credito di imposta rafforzato del 40% per gli energivori e del 30% per le imprese che impiegano energia elettrica con una potenza superiore ai 4,5 kw. “Ringraziamo il Governo per aver accolto le istanze del mondo dello sport è in particolare del calcio” – ha spiegato l’amministratore delegato, Roberta Nocelli -. “Si tratta di un intervento fondamentale per la sopravvivenza del sistema, ci aspettano tempi duri, serve concretezza e capacità di ascolto”. Ma la sfida del calcio di Lega Pro è anche un’altra: quella di essere capace di reggere l’entrata nell’apparato produttivo del Paese, cioè dare “la qualità” dei dirigenti, quelli che lavorano nei club, ed immettere dei giovani altamente qualificati nelle società. È quest’ultima la condizione che consente di pensare allo sviluppo del Piano Strategico attraverso il Piano Industriale per operare un’accelerazione di innovazione, digitalizzazione, intelligenza artificiale. “In questo modo si intende facilitare l’accesso alle professioni di lavoro sportivo, adattando le caratteristiche dell’apprendistato alle specificità dello sport in cui, come è noto, le età di inizio e di cessazione differiscono rispetto a quelle del lavoro “comune” – ha proseguito la Nocelli -. Le società sportive possono così proporre dei contratti “anticipati” di lavoro sportivo a giovani promesse che potranno, tutelati dalla protezione del contratto, decidere se proseguire o meno la loro attività nel mondo dello sport”. Ma c’è di più. “Il desiderio è anche quello di considerare il trattamento tributario, aggiungendo, tra le altre modifiche, un nuovo comma, il 6-ter, che intende agevolare il graduale inserimento nel settore professionistico di atleti e atlete di età inferiore a 23 anni, prevedendo che le loro retribuzioni non costituiscono reddito per il percipiente, al fine del calcolo delle imposte dirette, fino all’importo massimo di euro 15.000,00. Per gli sport a squadre, questa agevolazione si applica alle sole società sportive professionistiche il cui fatturato non superi i 5 milioni di euro. Il mio appello è proprio rivolto a chi nei prossimi giorni sarà chiamato a decidere su questi temi. Mi auguro venga riconosciuto il valore produttivo, sociale e economico del mondo del calcio”.